L’UNUCI nasce nel 1919 (sotto il nome di ULUC) durante una difficile fase della storia nazionale. Con la fine della Prima guerra mondiale si creava in quel momento un periodo di crisi per tutti coloro che avevano servito il paese in armi per circa 4 anni e che dovevano essere reintegrati nella vita civile
Nel contempo l’UNUCI, oltre ad offrire servizi di supporto agli ufficiali posti in congedo alla fine dell’evento bellico, si è anche occupata – in sostanziale carenza di risorse governative – della conservazione e del costante aggiornamento e addestramento di una riserva da mobilitare in caso di necessità.
Aspetto che venne messo in atto dopo vent’anni circa allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
Oltre a questo specifico aspetto l’UNUCI costituisce, dalla sua nascita, una cerniera tra le Forze Armate e la popolazione civile, grazie alla capillare presenza sul territorio nazionale e grazie al travaso delle tradizioni militari anche tra la popolazione civile, che però si è affievolito nel corso degli ultimi vent’anni a causa della sospensione del servizio di leva.
Nonostante ciò, l’UNUCI, Noi, restiamo dei riservisti ed in quanto tali siamo fermi e fedeli al giuramento di fedeltà alla Repubblica, e nonostante in ITALIA non ci sia una organizzazione della riserva paragonabile a quella di moltissime (se non tutte) le altre realtà nazionali, noi siamo qui a disposizione della Nazione che potrebbe (volendo) accedere a questo bacino di risorse in caso di situazioni di crisi o di mobilitazione.
C’è da dire che la sospensione della leva ha indebolito i nostri ranghi, che oltretutto non rinnovandosi, hanno subito un inevitabile invecchiamento.
E quindi ci domandiamo, come possiamo continuare a rendere il nostro servizio di fedeltà alla Repubblica sullo specifico tema della Difesa della Patria e della Salvaguardia delle Libere Istituzioni? Perché di certo molti di noi, pur mantenendo aggiornato il bagaglio tecnico relativo alle specifiche specialità, non hanno più l’età per poter contrastare eventuali minacce come potevano fare 30 o 40 anni fa.
Però proprio grazie al mantenimento delle proprie conoscenze e competenze in campo militare e allo sviluppo della propria esperienza maturata nel campo professionale, abbiamo maturato la consapevolezza che queste competenze possono essere organizzate opportunamente per renderle di interesse per le Forze Armate.
Nell’ultimo ventennio l’emergenza terroristica, quella umanitaria migratoria, l’apertura di un conflitto simmetrico internazionale sul suolo europeo sono state spesso affrontate con superficialità e pregiudizio mediatico, cui hanno fatto seguito scelte politiche frequentemente disorientanti per una seria applicazione tecnica sul terreno: tanto nella condotta in acque territoriali ed internazionali, così come nell’applicazione dello stato di neutralità.
Le Convenzioni di Ginevra ed il Primo Protocollo Aggiuntivo hanno vincolato gli Stati ad un doppio impegno:
– la formazione giuridica dei propri ranghi militari; che devono avere una preparazione a livello professionale soprattutto in campo giuridico e non solo sulle questioni squisitamente tecniche militari.
– l’informazione giuridica della popolazione civile, che si spera non venga mai coinvolta in situazioni di crisi o di conflitto, ma che, anche deve essere messa nelle condizioni di comprendere e saper valutare le scelte nazionali ed extranazionali in campo di politica internazionale.
L’UNUCI Lombardia si è spesa nello studio e nella divulgazione del diritto dei conflitti armati con un primo progetto pilota che è stato concluso e di cui, proprio questa sera, saranno consegnati gli attestati di partecipazione ai primi allievi che hanno saputo apprezzare il nostro proposito.
Ora, dopo la sperimentazione del primo prototipo, è stato dato il via alla prima edizione del corso di Diritto dei Conflitti Armati ed è interesse della Delegazione UNUCI della Lombardia sviluppare altri corsi non solo in campo giuridico militare, ma a livello interdisciplinare. Questo è solo il primo passo di un nuovo percorso che vede come pietra miliare la costituzione del Centro Studi di ricerca e didattica interdisciplinare. Il Centro si propone ora di affiancare altri due progetti sperimentali nella prospettiva di inserirli in un progetto di formazione permanente: un Corso di Diritto Penale Internazionale ed un Corso di Analisi dei Conflitti Armati.
In un contesto generale in cui la società civile e la rispettiva rappresentanza istituzionale sono sempre più spesso e profondamente impegnate nell’occuparsi delle minacce alla pace ed alla sicurezza internazionale, la Delegazione UNUCI della Lombardia si sta impegnando in un prestigioso ma altresì alquanto oneroso impegno di ricerca e didattica in cui occuparsi di tematiche interdisciplinari che possano essere di interesse tanto ai civili (tra i quali vi sono anche i militari in congedo) che intendano dotarsi di adeguati strumenti per affrontare i propri doveri di cittadinanza, quanto ai militari in servizio attivo che siano interessati ad arricchire il proprio bagaglio di conoscenza per meglio adempiere i propri obblighi di servizio.
Alla base di questo lavoro sussiste un impegno duraturo e costante: un impegno che mettiamo anche a disposizione, laddove ne manifestino interesse, alle Forze Armate ed ai Corpi Militari dello Stato.
Milano 20 ottobre 2023
Ten.f. (cong.) Paolo Montali
(Consigliere resp. Addestramento)
Cap. art. (cong.) Avv. Giuseppe Pellegrino
(Resp. Centro Studi di ricerca e didattica)